L’ENPA, I CAPRIOLI E LA NEVE

Nel dicembre scorso, a seguito delle intense nevicate che hanno interessato tutto il Nord Italia ed in particolare il Piemonte e la Liguria, è scoppiata la solita polemica degli animalisti sulla necessità di dover aiutare alimentarmente gli animali selvatici. In merito l’AIW inviò un comunicato stampa a LA STAMPA (Cronaca di Savona) per contestare la posizione dell’ENPA che ignorando i cicli della vita e le interdipendenze tra le specie richiedeva un intervento di aiuti alimentari da parte dell’uomo. Comunicato che ha poi suscitato un vespaio di polemiche tra i lettori animalisti, che, al solito, se la sono presa con i cacciatori, visti sempre come i cattivi interessati “selezionatori”. A queste lettere è stato risposto con una lettera che qui si riporta ad integrazione di detto comunicato stampa, dal cui tono possono evincersi le dichiarazioni dei lettori.

IL COMUNICATO
Non per voler polemizzare a tutti i costi, ma, come si è già avuto modo di scrivere in occasione della caccia ai cinghiali, ancora una volta la pur benemerita ENPA, nata per difendere gli interessi degli animali maltrattati dall’uomo, continua a voler mettere becco anche nelle cose della Natura; e qui sbaglia.
Nel “Circle of life”, il cerchio della vita, cantato da Elton John come colonna sonora del cartone animato “Il Re Leone”, anche la neve ha la sua funzione, e così la morte degli esemplari più deboli ed ammalati, i quali, non sono “sprecati” come pensa l’ENPA di Savona, o, peggio, poveri animali lasciati morire dal disinteresse dell’uomo. Essi ritornano infatti al ciclo delle cose naturali e diventano cibo per volpi, faine, ed altri predatori, i quali, proprio delle morti per neve e freddo (o per loro diretta predazione di quelli più deboli) hanno bisogno, per riuscire a sopravvivere nella stagione invernale; perché erbivori e predatori fanno tutti parte del “cerchio della vita” e sono concatenati tra loro attraverso la vita e la morte.
Ma c’è anche un altro commento da fare alla presa di posizione animalista dell’ENPA: se molti caprioli muoiono di fame a causa della neve, è anche perché essi sono troppi, e la natura ha ben previsto come limitarne il numero, quel numero che la stessa ENPA ogni anno vuole impedire di far ridurre mediante la più misericordiosa morte data loro dai cacciatori, anziché di stenti e di freddo quale è la loro morte naturale nei rigidi inverni. E c’è anche un’altro aspetto che forse l’ENPA non conosce, in quanto perlopiù formata da animalisti di città che ben poco sanno dei cicli naturali: la neve in Val Bormida non è così tanta come essi credono, perché se vi sono posti con uno strato di 70 e più cm nelle zone esposte a nord, ve ne sono altri con solo pochissimi centimetri in quelle esposte a sud; senza ignorare poi il fatto che i caprioli brucano gemme e corteccia, gemme e corteccia che troverebbero anche con due metri di neve, come avviene nelle Alpi per camosci, stambecchi e lepri alpine. Ma l’ENPA, formata da animalisti e non da naturalisti, forse certe cose non le sa, o non le vuole sapere. Lasci quindi ai naturalisti, ai biologici della selvaggina, agli agenti della vigilanza venatoria, ed ai cacciatori, di occuparsi di problemi che dovrebbero esulare dal loro interesse sociale, perché un conto è rimediare alle cattiverie dell’uomo (e vi sono tanti motivi che giustificano l’esistenza di un ENPA!), un conto è voler porre rimedio anche a quelle, solo ritenute tali, di madre Natura.

IL SUCCESSIVO INTERVENTO
In merito alla lettera delle lettrici Flavia Fiumara e Eleonora Pollero, apparsa il 4 gennaio scorso, dei lettori Prospero Fonda del 6 gennaio ed Ernesto Damonte di oggi, nelle quali sono chiamato pesantemente in causa, gradirei fosse pubblicata questa mia precisazione.
Ovvio che quanto criticato dalle lettrici Flavia Fiumara ed Eleonora Pollero (La parola ai lettori del 4 gennaio scorso) facendo riferimento a fatti estranei al mio intervento, è in gran parte condivisibile, almeno così come i fatti vengono presentati. Per il resto, mi pare che le due lettrici non abbiano ben compreso quanto io ho scritto; ovvero, non che i caprioli siano abbattuti in inverno approfittando del loro disagio per la neve, ma che se ne consenta una riduzione di numero durante la normale stagione venatoria autunnale (come si fa ovunque, e non solo per i caprioli, che quando sono troppi … sono troppi). Le doppiette sono, purtroppo per le idee delle due lettrici, effettivamente più misericordiose della morte per inedia per scarsità di cibo e sovrappopolamento.
Per quale motivo si debba intervenire sugli animali e non sugli uomini è semplice: purtroppo gli uomini hanno stabilito che su questa Terra siano essi gli eletti, tra le specie animali, ed il nostro creatore ha stabilito che ognuno di noi (bestie e uomini) per sopravvivere dobbiamo utilizzare e/o cibarci di esseri viventi, siano essi vegetali o animali. Ed il perché di questo lo dovrebbero chiedere a Dio, non al sottoscritto.
Al lettore Prospero Fonda (La Stampa del 6 gennaio) non posso che ricordare che i caprioli negli orti vanno a mangiare non quando c’è la neve, ma in primavera, quando crescono le verdure. E che se ciò avviene in modo disastroso è perché essi sono troppi; e sono troppi perché l’ENPA e i tanti amanti degli animali (ma non della Natura) pretendono che non siano ridotti di numero durante le stagioni venatorie. E al lettore Damonte chiedo solo di documentarsi su ciò che sta avvenendo negli USA ed in Africa dove, pur essendo l’equilibrio ecologico più integro che da noi, cinghiali, maiali inselvatichiti, cervi ed elefanti sono ridotti di numero solo grazie agli abbattimenti dei cacciatori, perché la loro crescita eccessiva, causata o favorita dall’uomo, solo dall’uomo può essere controllata. In Europa, con meno spazi naturali, il problema è ancora più drammatico: altro che libera crescita in attesa degli eventi naturali – che sarebbe più giusto chiamare con il loro nome: morte per inedia! Cioè proprio quella che molti lettori, per comprensibili sentimenti animalistici ma scarsa conoscenza dei sistemi naturali, non accettano!

Franco Zunino
Segretario Generale AIW