PROBLEMA LUPO: MINISTRI ALLO SCONTRO, CON RECIPROCHE CALATE DI BRAGHE

1. E’ giusto che un Ministro si fidi di quanto gli riferiscono i suoi funzionari e collaboratori, o avrebbe il dovere di usare anche la sua personale logica per capire se ciò che gli dicono sia effettivamente la verità? L’attuale Ministro Costa ha creduto a chi gli ha detto che in Italia esistano solo, e ripetiamo solo, 2000 lupi; ciò, quando la logica dovrebbe far capire che non può essere in quanto è la stessa biologia dell’animale a sconfessare questa stima (perché solo di stima si tratta!). E allora ecco che l’Italia, ritenendosi più saggia di: Francia, Spagna, Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia, USA, Canada (e qualche altra Nazione che dimentichiamo) è l’unica con popolazione di lupi in indubbia crescita che ha deciso di non intervenire per mantenerne un numero equilibrato. Ripetiamo quindi, peccato che  sia la stessa logica, se non del Ministro almeno della gente comune, le stesse regole della biologia animale, e la stessa matematica a smentirlo ed a smentire gli animalisti ed i lupofili in genere (basti pensare che solo a giugno con le nuove nascite si passerà come minino dai 2.000 ai 2.500 esemplari!). O si pretende di fare giustizia lasciando che siano i cittadini che dal lupo subiscono danni economici a farla, rischiando multe insostenibili dai loro budget familiari e magari condanne penali, prendendo illegalmente quelle misure difensive che lo Stato, a cui pagano le tasse, non provvede? E’ facendo crescere l’odio contro il lupo, che si pretende di proteggerlo?
2. Ovvio che poi il Ministro Salvini si sia calato le braghe. Ormai lo fanno a turno ogni giorno lui e Di Maio per poter tenere in piedi il Governo. E quindi così ha dovuto fare anche nel caso della presa di posizione del Ministro dell’Ambiente sul problema del lupo. Peraltro, con una sua presa di posizione non dissimile dalle tante dei politici dei precedenti Governi. Siamo italiani, ed anche Salvini pur considerandosi diverso dagli altri politici, dovendosi calare le braghe, sui lupi non ha potuto che adottare lo stesso metodo cui siamo abituati dalla fine dell’ultima guerra: rimandare la soluzione dei problemi quando sono “spinosi” e, così, rimandando ai cittadini la responsabilità di comportarsi come credono, in attesa di un evento eclatante che faccia ribaltare le decisioni, magari gridando allo scandalo i giornali. Pastori e allevatori si accontentino, per ora il problema del lupo (perché un problema è, visto che se ne scrive quasi ogni giorno sui media) è rimandato sine die o, meglio, ai soliti inutili e perdi tempo provvedimenti stabiliti dalla Circolare Salvini. Leggiamo sul Corriere della Sera che “Se la questione diventa un problema di incolumità si fa un comitato provinciale allargato a Ispra e polizia locale. E in caso ci siano singoli casi che creano pericoli, si fanno le azioni previste nel piano: monitoraggio, prelievo del Dna, controllo col radiocollare ed eventualmente la cattura e l’abbattimento”. Classica presa di posizione che un tempo si definiva: all’italiana! E’ bastato che le stesse persone riscrivessero il loro stesso “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia” (che era di recente redazione, quindi, si presupppone, valido) usando altri termini così da adeguarlo alla volontà degli animalisti lupofili, et voilà, risolto il problema! Da Salvini  c’è da credere che gli allevatori e pastori non se lo aspettassero! In pratica, continueranno ad essere loro a rischiare affinché il lupo non cresca eccessivamente di numero. Bella condivisa decisione di ALTA DEMOCRAZIA! E che il popolo si accontenti!
Murialdo, 5 Aprile 2019                                                          Franco Zunino
                                                                                      Segretario Generale AIW