Orso assassino del Trentino: quante omissioni e mistificazioni!

L’uccisione del giovane Andrea Papi da parte di uno degli esemplari di orsi sloveni introdotti in Trentino ormai da diversi anni con la motivazioni di rinsanguare e salvare la popolazione autoctona originaria (ma che di fatto la hanno letteralmente sostituita, avendone immessi un numero tale che il poco materiale genetico sopravvissuto si è praticamente estinto) ha fatto ovviamente scatenare tutta la stampa ed i media, compresi quelli “autorevoli”. Peccato che si siano sbizzarriti a scrivere, parlare, dare consigli tutta gente che dell’orso non sa nulla, sa molto poco o non ha autorevolezza per farlo, cosicché, condizionati dal fatto di avere dell’orso e i suoi problemi una visione animalisticamente partigiana, hanno diffuso e ancora diffondono una disinformazione generale che sarà poi difficile riportare nel solco della verità! Un modo deplorevole di dare informazione. Vediamo alcuni esempi più eclatanti, per l’autorevolezza delle testate e/o dei giornalisti e degli intervistati.

Il Corriere della Sera. Sabato 8 aprile 2023

Nel tentativo di sminuire il fatto, il WWF asserisce che l’uccisione di Andrea Papi sia il “primo attacco mortale di un orso in Italia”. Ovvio! Certo che è il primo caso mortale, perché gli altri (pare che siano già almeno otto) solo casualmente non sono giunti alla morte dell’aggredito; ma anche perché è da pochi anni che le Alpi sono state ripopolate da orsi sloveni! Vedremo se tra cinquant’anni si potrà ancora dire la stessa cosa! Questo è mistificare i fatti e disinformare la gente! Ma il massimo lo si raggiuge in un altro articolo, dove si riporta un’intervista con il direttore Luciano Sammarone del Parco Nazionale d’Abruzzo (dove mistificare sugli orsi è divenuta ormai un’arte!). Sostiene il suddetto, che il Parco ha “disciplinato meglio la fruizione della natura e limitato i disturbi all’ecosistema”. Peccato che in certi recessi basta pagare un (lauto!) ticket e chiunque può accedere, e ai bordi di una zona di svernamento dell’orso marsicano e anche di foresta vetusta, esista un rifugio/albergo (ex villetta abusiva!) che tanti ambientalisti seri da tempo ne chiedono la chiusura, e che invece continua a funzionare allegramente! In quanto al rischio di aggressioni dell’orso all’uomo nell’unico caso riconosciuto, Sammarone semina dubbi, quando dubbi non ve ne sono affatto (“la dinamica è da dimostrare”, dice, solo che lui, preposto a dimostrarla, non l’abbia affatto né dimostrata né formalmente smentita! E che invece sia stato ben dimostrato dai fatti come l’aggressione ci sia stata!). E poi, peggio ancora, mentendo sapendo di mentire: “Lui non è stato aggredito”! Da calunnia! Esistono referti medici del Lui (Antonio Rabbia) che lo dimostrano! Infine Sammarone conclude che “senza regolamentazioni, i nostri parchi rischiano di diventare dei parchi-gioco”: proprio quello che sta avvenendo nel Parco d’Abruzzo, dove turisticamente si può fare di tutto anche in habitat delicati; dove chiudere al turismo rifugi e “foreste vetuste” è un tabù; dove i rifugi si trasformano in alberghetti/ristoranti; dove in piena riserva integrale di alto valore come habitat dell’orso si organizzano da qualche anno mostre artistiche con danneggiamento alla vegetazione e disturbo alla fauna per richiamarvi escursionisti; dove gli orsi vivono ormai più come barboni nei paesi dove elemosinano cibo “urbano”, che non nelle loro antiche foreste e montagne sempre più prive di cibo “rurale”!

La Repubblica. 8 aprile 2023

Qui parla Luigi Boitani, il noto zoologo, ma che non è per niente affatto esperto di orsi: caso mai solo di lupo! Egli riferisci che all’epoca del progetto Life per l’introduzione di orsi dallo Slovenia, in Trentino un sondaggio aveva visto il 70% della popolazione favorevole, ma non ci dice che quella positività era dovuta al fatto che l’autoctono orso del Trentino storicamente mai, o molto raramente, aveva aggredito qualcuno; mentre l’orso sloveno ha un carattere aggressivo ben superiore a quello dell’originario orso trentino o dell’orso marsicano. Carattere comportamentale di cui gli studiosi erano bene a conoscenza, del quale però nessuno ha ritenuto di allertare la popolazione! In quanto alla possibilità dell’abbattimento, va riconosciuto a Boitani il cambio di linea, in quanto ai tempi delle prime aggressioni non letali, se non erro, anche lui era tra quelli che sostenne il non abbattimento di quegli esemplari! Così come per anni ha sempre sostenuto la non pericolosità dei lupi e che non era il caso di ridurne il numero, cosa poi rimangiatasi di fronte all’abnorme crescita della popolazione, ma sempre con molto riluttanza (al massimo il “5%”! Che è come dire nessuna riduzione!). Oggi ci vuole il coraggio di dirlo, e senza troppi paletti e sofismi (e timore di perdere consenso popolare!), se si è VERI esperti: orsi e lupi vanno tenuti sotto controllo numerico, come si fa in America, per stessa ammissione di Boitani!

La Stampa. Domenica 9 aprile 2023

Scrive il solito tuttologo di ambiente e natura (in realtà solo apprezzabile quando scrive di geologia e problemi attinenti) Mario Tozzi, che quando scrive di animali a causa delle sue idee animaliste ed anticaccia perde ogni obiettività. Ad esempio, in questo articolo si dilunga a spiegare ai lettori come l’orso non si cibi della carne umana, convinto di smentire una diceria. Peccato che nessuno abbia mai scritto che l’orso attacchi l’uomo per predarlo e mangiarselo! Si è sempre scritto che l’orso può essere aggressivo verso l’uomo, che è una cosa diversa! Questo avrebbe dovuto limitarsi a dire, ma dato che non lo poteva smentire e voleva comunque giustificare l’aggressione, perdonare l’orso, ecco che mistificando i fatti ha fatto crede ai lettori che l’orso non è un predatore verso l’uomo! Certo, caro Tozzi, perché l’orso quando aggredisce l’uomo lo fa solo per difendere i suoi diritti alla quiete o i suoi cuccioli. E questo potrà sempre succedere, che piaccia o meno a Mario Tozzi, e non esiste comportamento che eviti in assoluto il rischio di aggressione. A meno di…. riservare certi territori esclusivamente all’orso! E su questo sarei d’accordo. Quindi, si, è giusto spiegare alla gente che di fronte ad un incontro con un orso, è il caso di stare fermi o di muoversi molto lentamente. Oppure di portarsi appresso bombolette di spray urticante. Ma è illusorio credete che tutti siano poi in grado di comportarsi nel modo giusto. Mario Tozzi compreso! Non esiste possibilità di “convivenza” con la certezza che mai nessuna aggressione avverrebbe, come egli cerca di far credere. Convivenza significa accettare il fatto che, “convivendo”, si accetta che ogni tanto accada qualche aggressione, anche mortale! Negarlo è solo una grande bugia! E quando l’aggressione è mortale, non resta che l’eliminazione dell’orso responsabile. O di condannarlo a quel fine pena mai che non si augura neppure all’uomo!

Da notare come in tutti gli articoli che hanno teso, se non a giustificare almeno a scusare il comportamento dell’orso, si sia evitato di illustrare ai lettori il modo terribile del come sia morto il povero Andrea Papi. Probabilmente per loro ignoranza. Ed è invece il fatto più grave che andava raccontato per far capire perché questi orsi quando si dimostrano aggressivi al punto tale da giungere a superare la barriera psicologica che li faceva tenere lontani dall’uomo, devono essere assolutamente eliminati. Questo proprio per evitare che possano ripetere le aggressioni. E dico eliminati, perché proprio perché amo questi animali, per me è insopportabile l’idea di doverli tenere imprigionati per tutta la loro vita: un fine pena mai che sarebbe un ingiustizia e un trattamento deprecabile, più grave che non la loro eliminazione rapida e indolore. La gente deve sapere che Andrea Papi, non è morto come tutti forse pensano, semplicemente perché “ferito e morso” dall’orso, ma presumibilmente dopo essere stato letteralmente torturato per almeno mezz’ora o forse anche più, dall’orso! La gente deve sapere che l’aggressione è giunta fino alla morte dell’aggredito, e ciò sta a significare che prima delle ferite mortali, l’orso ha “giocato” infierendo per lungo tempo sulla persona; né più né meno, ed anche più ferocemente, di come fanno i gatti quando catturano un topo. Chi non ci crede, si vada a leggere i rapporti e libri che descrivono come sono avvenute le aggressioni all’uomo di orsi bruni e grizzly in America, spesso narrate da chi è sopravvissuto. E solo dopo abbia il coraggio di dire di essere contrario all’abbattimento dell’orso che ha ucciso Andrea Papi! E se non basta, si veda almeno la scena del film Revenant, dove il fatto – peraltro vero – è molto ben rappresentato (evidentemente il regista si è consultato con VERI esperti!). Quindi, non sono stati “gli ultimi drammatici istanti di vita […] per poi esser e trascinato per una settantina di metri tra gli arbusti e il bosco” (Il Corriere della Sera), né “ha combattuto per infiniti minuti” (La Repubblica). Quella settantina di metri Andrea Papi li ha presumibilmente trascorsi mentre era ancora vivo, trascinato da un orso che ci “giocava” e che forse ci ha giocato anche per mezz’ora o forse più! Questa è la cosa tragica, e terribile, che ai lettori andava detta! Solo che dicendola si fomentava ancora più l’idea che quell’orso debba essere a sua volta ucciso. E forse è proprio questo che non si voleva/doveva dire… per essere politicamente corretti!

Così come l’altro non detto – o poco detto! – è che quando si è deciso la introduzione di esemplari dalla Slovenia con la scusa che il DNA di quegli orsi era lo stesso (ma lo è veramente?), è stato considerato sì l’aspetto genetico, ma purtroppo ignorato quello comportamentale e, forse, anche quello fenotipico. Un errore fatale che si sarebbe forse potuto evitare importando pochissimi individui ed attendere che con la riproduzione nei soggetti formanti la popolazione riprendesse il sopravvento il DNA dell’orso trentino originario (come stanno facendo i francesi per il loro orso dei Pirenei). Purtroppo, si è avuto fretta di avere una popolazione “vitale”, ed ecco il risultato: orsi sloveni al posto dell’antico orso trentino! Con tutte le conseguenze del caso. Ed ora il rischio è di dover nuovamente riportare numericamente la popolazione sotto quella soglia ritenuta “vitale” (ma anche su questo numero ci sarebbe da discutere)!

Murialdo, 11 Aprile 2023

Franco Zunino
Segretario Generale AIW