Il concetto di wilderness in Europa: Storia, Evoluzione e proposta di nuova definizione

L’European Wilderness Society è sempre attiva nello svilire, almeno di fatto, il Concetto di Wilderness, senza rendersi conto che più lo si svilisce più si ritorna alla normale attività di protezione della natura da sempre portata avanti dalle varie associazioni protezionistiche, ormai sempre più in rivalità l’una con l’altra, senza che alcuna dica o proponga qualcosa di diverso dalle altre. Al contrario, oggi il futuro è il Concetto di Wilderness filosofeggiato, ideato e concretizzato in America nel secolo scorso con la storica legge del 1964: il Wilderness Act. Ogni altra interpretazione, nel tentativo di adattarlo alla visione ambientalista e animalista tipicamente europea, semplicemente lo svilisce e rischia di annullarne il significato e la funzione, riportando tutto alle radici del comune banale ambientalismo e naturalismo del nostro secolo XIX.

Quando in America fu fondata la Wilderness Society, anche in quel paese da anni, decenni, già esistevano tante altre associazioni che, ognuna per proprio conto portavano avanti l’idea della conservazione della natura, chi in difesa della flora, chi delle foreste, chi degli uccelli, chi dei mammiferi, chi dei parchi e aree protette per le difesa di tanti luoghi e scenari ritenuti belli e spettacolari. Eppure i più saggi decisero che non bastava: e idearono il Concetto di Wilderness. Lo si fece, quindi, per portare avanti un’idea che fosse prioritaria e che le altre non ritenevano tale: la difesa della wilderness come stato selvaggio e vergine dei luoghi, da mantenersi assolutamente privi di opere antropiche (tant’è che quando si iniziarono a designare queste aree, se vi erano opere antropiche, specie strade e piste forestali) esse venivano (e ancora vengono – salvo per qualche modesta eccezione) tenute fuori da queste aree. E lo intesero anche per le aree già protette. Non lo fecero certo per la biodiversità o altre ragioni, quali la verginità dei luoghi, o la preservazione di una specie rara di fauna o flora, effetti che erano – e restano – solo conseguenti del vincolo Wilderness da essi ideato e trasformato in legge: il famoso concetto del forever wild, del selvaggio per sempre, ovvero inamovibilità del vincolo per salvaguardare aree immacolate originarie, poi codificato dalla legge Wilderness Act. Ebbene, questo è il vero ed unico Concetto di Wilderness!

In Europa, invece, ha preso piede e sta sempre più diffondendosi un movimento per la Wilderness che altro non è che la fotocopia del Word Wide Fund e di tante altre associazioni: aree protette a tutti i costi, quale che sia il loro stato; al massimo dando priorità ai luoghi più belli, naturali e selvaggi (ma questo lo si è sempre fatto), ed anche con vincoli affatto inamovibili. Importante per loro è divenuto o, meglio, hanno stabilito, che possono definirsi wilderness anche luoghi manipolati dall’uomo. In pratica, hanno deciso loro che qualsiasi luogo di ambiente naturale lo si possa definire wilderness. Ovvero, hanno semplicemente cambiato il nome alle cose per poter soddisfare il loro pensiero e il loro desiderio: “siccome l’impatto dell’uomo sull’ambiente si è intensificato, il concetto di Wilderness è cambiato”! Ma è serietà questa? Addirittura, vi inficia anche l’interesse primario verso la fauna applicato in Europa, e, ovviamente, con contrarietà alla caccia. Che è poi esattamente l’opposto di quanto fatto in America dove la caccia è sempre stata uno dei pilastri su cui basare le ragioni della difesa dei territori selvaggi, al pari di ogni altra attività di outdoor, o di vita all’aria aperta, praticata da tutti i cittadini; e il rispetto delle tradizioni locali dei nativi parti integranti della conservazione, e non già da combattere quali minaccia alla biodiversità!

Di estrema importanza è anche il distinguo che si deve fare dalle normali aree protette (Parchi Nazionali compresi), nonché la storica motivazione filosofica del mantenimento della solitudine e del godimento spirituale dei visitatori. Tutte cose che invece sembrano non interessare all’European Wilderness Society, la quale per portare avanti la propria visione, ha addirittura stravolto anche la storia del movimento, ignorando che in Europa è nato e si è concretizzato in Italia, poi in Finlandia a livello governativo, e in Scozia, sempre privatamente; ovvero, prima che nell’Europa centrale dove ora chi si interessa dell’idea Wilderness ne vuole imporre questa nuova e svilente visione! E la cosa grave è che, già come i SIC e le ZSC, si sta coinvolgendo il Parlamento Europeo per una Direttiva sulla Wilderness che è ben lungi dalle storiche origini americane. Essi già parlano arrogantemente del pensiero Wilderness, “come si è sviluppato in Europa” (ovviamente intendendo il loro!). Non fanno mai riferimento alle radici storiche americane, ad Aldo Leopold, ad Arthur Carhart, a Luis e Robert Marshall, a Sigurd Olson, a Howard Zahniser, a David Frome, a Edward Abbey, e a tanti altri: ovvio, perché essi non erano contrari alla caccia, e qualcuno era finanche cacciatore! Ecco, è per questa ragione, che il mondo venatorio europeo deve stare ben attento a quello che succede nel Parlamento europeo, onde evitare che una futura e auspicabile Direttiva per la Wilderness, non sia impostata sulle loro idee animaliste del Concetto di Wilderness, ma su quelle diffuse in Italia dall’Associazione Italiana per la Wilderness, che sono ispirate alle radici storiche del movimento. In un recente loro documento sul significato che si deve dare alla «definizione europea della Wilderness», le priorità sono, in quest’ordine: «conservare la biodiversità; proteggere gli ecosistemi; connettere le aree naturali e i paesaggi; catturare e immagazzinare anidride carbonica; diffondere conoscenze sui processi naturali; educare la gente.» Ecco, il Concetto di Wilderness europeo per loro non è il forever wild, ma: «sviluppare una chiara definizione della Wilderness; inventariare le aree rimaste selvagge; effettuare uno studio sul valore e benefici della Wilderness; sviluppare una strategia europea per la Wilderness; favorire lo sviluppo di nuove Aree Wilderness mediante il ripristino di ambienti deturpati; promuovere il valore della Wilderness con le ONG e le comunità locali.»

Se dovesse passare questo criterio, praticamente verrebbe svilito sia la filosofia Wilderness sia il suo concetto di conservazione, tutto fuso nel solito impegno generico per la tutela e protezione della natura da sempre portato avanti in Europa e in Italia, con un interesse non tanto alla restoration delle aree selvagge (che vuole dire smantellare strade e opere urbane), ma al rewilding, che vuole semplicemente dire reintrodurre tutte le specie animali estinte o rarefattesi possibili. E, conseguentemente, dando priorità al divieto di caccia, che è poi il loro vero primario obiettivo! L’AIW si dissocia da questa linea di pensiero, svilente verso i “visionari” che stanno alle radici del movimento per la Wilderness mondiale!

Ecco, per tutte le suddette ragioni, è forse il caso che almeno l’Associazione Italiana per la Wilderness che si ispira al movimento americano, ai suoi filosofi e visionari e alla sua storia, per evitare confusione inizi a definire il Concetto di Wilderness così come chi scrive lo ha importato in Italia: cioè integrandolo con una nuova parola: Concetto conservativo di Wilderness, cosicché lo si possa distinguere dalla definizione limitatamente riferita agli stati ambientali e alla fauna. Affinché lo storico Forever Wild sia disgiunto dalla situazione ambientale dei luoghi, ma sia strettamente limitato ai metodi della loro conservazione, così come fu quando furono ideate le prime Aree Wilderness e come ci si ispirò per giungere a proporre il Wilderness Act.

Appendice. L’Europa, si sa, scimmiotta spesso quanto si fa in America per difendere la natura. E quasi sempre lo fa malamente, perché si dimentica delle vere regole liberaldemocratiche su cui si basano tanti provvedimenti in quel Paese. È già successo per i SIC e le regole che li disciplinano, trasformati nelle aree protette più antidemocratiche del mondo. Ora probabilmente lo si sta facendo con la recente proposta di legge nota come Nature Restoration Law, dove in America significa smantellare strade, ripristinare e bloccare tagli forestali, ma che in Europa, a quanto si legge, sarà solo un modo per spendere un bel po’ di danari per iniziative “ecologiche” che alla resa dei conti ben poco incideranno sulla “Restoration”! Questo almeno, da quanto se ne legge sui nostri media, in quanto la legge punta a “recuperare il 20% delle aree terrestri e marine entro il 2030”. In America lo faranno, perché opereranno su terreni di proprietà federale (della Nazione), ma come potrà avvenire in Europa, dove per stesse direttive UE neppure con progetti Life è consentito acquistare terreni per fini di conservazione? Lo si farà come si sta facendo con le gestione dei SIC? Cioè, in modo antidemocratico e impositivo per i privati e i Comuni proprietari dei terreni? Probabilmente no, e allora sarà solo una Restoration molto, ma molto palliativa! D’altronde, il fatto stesso che la legge sia passata per un soffio (336 voti a favore contro 330 contrari) non è che depone bene per una sua applicazione nel vero senso con cui la si dovrebbe applicare, per cui lo si farà per cose minori e di scarsa VERA restoration, al massimo si impediranno uso di pesticidi e ulteriori forme di inquinamento, si reintrodurranno animali ovunque e si chiuderà la caccia in territori sempre più ampi. Speriamo che qualche giornalista prima o poi vada a vedere cosa si sta facendo in America per rispettare la stessa regola…

«Una distesa ininterrotta di ambiente preservato nel suo stato naturale, aperta ad una caccia e ad una pesca legittime e lasciata priva di strade, sentieri modernizzati, strutture turistiche ed altre opere dell’uomo»

                                                                                                            Aldo Leopold

Murialdo, 19 Settembre 2023                                                 Franco Zunino

                                                                                   Segretario Generale AIW