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Vi scrivo in merito a ciò che è stato scritto nel vostro NOTIZIARIO ETICO “ANCORA SUL RISPARMIO DELL’ACQUA”; mi dispiace vedere che si snobbano le campagne di educazione ad un uso parsimonioso dell’acqua, che al di la di quello che qualcuno pensa non è una “risorsa” infinita.
I riduttori di flusso di certo no risolvono tutti i problemi, incluso il fatto che se ho bisogno di 100 litri d’acqua per riempire la vasca da bagno non cambiano di una virgola l’aspetto quantitativo; però essi miscelando l’acqua all’aria ne mantengono la capacità dilavante riducendone il flusso.
Sappiamo che in Italia vengono imbottigliati 11 miliardi di litri d’acqua l’anno e prodotte 10 miliardi di bottiglie (nel mondo 120 miliardi). In rifiuti corrispondono a150.000 tonnellate, senza contare il trasporto con l’aumento del traffico e dell’inquinamento.
Ma vorrei anche dire qualcosa delle aziende che imbottigliano, le quali pagano allo Stato Italiano 0,02 lire(non euro) al litro, e a quanto le vendono? Ma può darsi anche che la nostra acqua la vogliamo far viaggiare per 5000 e più chilometri.
L’acqua potabile (non minerale) è un diritto ed una conquista che ha portato ricchezza e benessere e che va preservata, in alcuni paesi ne dispongono (Kenya , Mozambico ed altri) di 10 litri a testa al giorno ed in alcune città si arriva a 300 o addirittura a 1000, forse anche le piccole quantità hanno un valore.
In ogni caso intorno al consumo idrico prima di fare un progetto bisognerebbe considerare l’idea di bilancio idrico.
Infatti in alcune parti del mondo ci sono industrie multinazionali che prelevano l’acqua a grandi profondità perchè ha migliori caratteristiche di maggiore purezza, ma essa si è accumulata nel corso anche di centinaia di migliaia d’anni, una volta esaurite cosa faremo nel caso di penuria . Questo sta già accadendo a causa anche dei cambiamenti climatici.
Il problema non va comunque banalizzato perchè ad esempio in Lombardia l’acqua la possiamo trovare anche a un metro sottoterra, ed è per questo che abbiamo i fontanili e le marcite, ma se utilizzassimo l’acqua più superficiale per l’agricoltura come si è fatto da tempi più remoti e cominciassimo a non usare più l’acqua per usi industriali o semplicemente per lo sciacquone del WC non avremmo di continuare a scavare nuovi pozzi per avere sufficiente acqua potabile.

Elio Nocerino
Milano

La mia critica era rivolta allo sperpero di danaro pubblico (con interessi che, quando si ha a che fare con i politici, chiunque può immaginare) con la scusa di cavalcare un concetto ecologico giusto: quello del risparmio dell’’cqua. E questo io ho voluto mettere in evidenza. E queste cose vanno dette, se non vogliamo che i politici, come fanno spesso (lo vediamo con i Parchi e con le fonti energetiche, divenuti un motivo per fare business, creare turismo e posti di lavoro, possibilmente facendo il meno possibile per conservare la Natura!), ci prendano per i fondelli.
Il problema dell’imbottigliamento non si risolve mettendo tasse o proibizioni, ma convincendo la gente a non bere acqua minerale. Invece la ordinano tutti, compresi gli ecologisti più spinti (sono stato a pranzo ieri con uno di essi, io ho bevuto vino lui acqua minerale, pur stando in un paese dove l’acqua del rubinetto è altrettanto buona!). Io non ho mai bevuto acqua minerale neppure nelle città, e, prima che lo “scoprissero”, avevo sempre sostenuto che l’acqua di Torino per mio conto era meglio di quella in bottiglia. Poi qualche ecologo ha fatto la grande scoperta attraverso le analisi. Come ho scritto, il problema è che la maggior parte degli oppositori, non punta tanto al preservare l’acqua quanto al boicottare le ditte per una questione più politica che ecologica. Ed allora io non ci sto più.
In ogni modo, per quanto riguarda il consumo, la logica mi dice che, o la si preleva dal rubinetto o dalle bottiglie, dal Pianeta Terra sempre la stessa quantità di acqua l’uomo preleva. Bisogna farne uscire di meno dalle fonti, a prescindere se poi essa vada in bottiglia, negli acquedotti o ad irrigare i campi. E questo si ottiene con l’educazione. Se non c’è richiesta non c’è mercato. Se non c’è mercato, non c’è né il business che oggi sta dietro al consumo dell’acqua, né i problemi indotti di inquinamento. Lo si potrebbe proibire con una legge, è vero. Ma è il popolo che fa fare o non fare le leggi.

Franco Zunino
Segretario Generale AIW

21 settembre 2009

SUL RISPARMIO DELL’ACQUA

Vi scrivo in merito a ciò che è stato scritto nel vostro NOTIZIARIO ETICO “ANCORA SUL RISPARMIO DELL’ACQUA”; mi dispiace vedere che si snobbano le campagne di educazione ad un uso parsimonioso dell’acqua, che al di la di quello che qualcuno pensa non è una “risorsa” infinita. I riduttori di flusso di certo no risolvono tutti i problemi, incluso il fatto che se ho bisogno di 100 litri d’acqua per riempire la vasca da bagno non cambiano di una virgola l’aspetto quantitativo; però essi miscelando l’acqua all’aria ne mantengono la capacità dilavante riducendone il flusso. Sappiamo che in Italia vengono […]
16 settembre 2009

IL MIO IMPEGNO AMBIENTALISTA TRA CACCIATORI E WILDERNESS

Sono 40 anni che la natura selvaggia è la mia vita………. boschi, paludi, colline coltivate…… appena posso, sono lì. Sono diventato un militante delle associazioni naturalistiche (ero il delegato provinciale LIPU della provincia di Salerno negli anni 80). Difendere la natura è stato un fatto naturale della mia vita. Come naturalista, frequentavo e frequento tutt’ora le montagne armato solo di binocolo. Spesso durante le mie escursioni ho incontrato i cacciatori e non li ho mai considerati antagonisti, nemici, persone ostili. A modo loro anch’essi amano gli stessi luoghi selvaggi (a parte i soliti stronzi, ma questi sono presenti ed in […]
16 giugno 2009

CIÒ CHE DISTINGUE UN PARCO NAZIONALE DA UN’AREA WILDERNESS: L’ESEMPIO DEL CILENTO

“Esiste un punto ben preciso in ogni paesaggio naturale in cui le opere antropiche dovrebbero essere fermate” Arthur Carhart Nell’immaginario collettivo un Parco Nazionale viene rappresentato come un luogo in cui non può essere realizzato nulla e dove tutto è riconducibile alla tutela dell’ambiente…..…. nulla di più falso! Nei nostri Parchi Nazionali – anche in zone di maggiore tutela – è possibile realizzare opere antropiche purché esse siano finalizzate a scopi scientifici (ad esempio, lo studio di una determinata specie vegetale o animale) oppure realizzate per scopi turistici. Per dovere di cronaca, una decina di anni fa la sezione dell’AIW […]
12 aprile 2009

APPELLO AL POPOLO DEI CACCIATORI

1936 Negli USA Bob Marshall ed un manipolo di “visionari” costituivano l’associazione “The Wilderness Society” che si prefiggeva di realizzare una “unione di gente sensibile che si battesse per la salvaguardia della continuità della natura selvaggia”. Tra coloro che aderirono vi furono anche molti cacciatori/ambientalisti che si impegnarono in prima persona per tutelare in maniera duratura le loro zone di caccia. 1964 il Congresso degli USA approva il “wilderness act”, il più efficace vincolo a tutela dei territori selvaggi, che permise, a differenza di ciò che avveniva in altre aree protette, di esercitare le tradizionali attività umane compatibili e rinnovabili […]