Presidente Onorario dell’AIW

Quella su riportata è la motivazione con cui l’Associazione Italiana per la Wilderness ha conferito la Presidenza onoraria a Carlo Ripa di Meana.
Il Consiglio Direttivo dell’AIW ha difatti ritenuto che vi fossero importanti, qualificanti e significative motivazioni a giustificazione di questo conferimento, e tra esse quello di avere egli dedicato un costante, tenace e fondamentale impegno esemplarmente esercitato negli anni in difesa del paesaggio italiano e dell’ambiente, spiccatamente in opposizione ai progetti eolici e fotovoltaici “a terra” che stanno facendo scempio del territorio italiano, nonché il fatto di avere egli in più occasioni condiviso la politica ambientalista perseguita dall’Associazione; condivisione espressa mediante sue presenze a particolari eventi della stessa e con dichiarazioni completamente convergenti con le proposte attuative dell’AIW in ogni campo dell’impegno associativo di salvaguardia e di un saggio utilizzo delle risorse naturali rinnovabili nel rispetto dei territori selvaggi e delle collettività locali.
Conferire a Carlo Ripa di Meana, unico caso dopo venticinque anni dalla fondazione dell’AIW, il compito di rappresentare un sodalizio che in Italia testimonia una voce fuori dal coro rispetto ad un panorama associazionistico spesso troppo orientato e subordinato al “mercato”, al consumo del territorio ed allo sfruttamento delle bellezze della Natura per fini utilitaristici, vuole significare premiare il suo profondo impegno ambientalistico, peraltro straordinariamente esercitato negli anni, ma anche, e forse soprattutto, i valori etici, morali ed intellettuali, da lui coerentemente rappresentati in ogni ambito sociale, politico e culturale.
Pur essendo stato legato alla politica, in quanto eletto al Parlamento europeo nel Partito Socialista e poi ancora come leader dei Verdi ed infine candidato in quello della Bellezza, a suo tempo ideato da Vittorio Sgarbi, Carlo Ripa di Meana, ex Ministro dell’Ambiente e già Commissario europeo per l’Ambiente, ha da tempo cessato ogni suo impegno politico e la sua figura può quindi oggi definirsi di fatto politicamente super partes come prevede l’apoliticità statutaria dell’AIW.

UN MESSAGGIO ALL’AIW
Caro Franco,
Nel ringraziarti e ringraziarvi tutti per la nomina di Presidente Onorario della vostra (da oggi anche mia) associazione, desidero esprimere ancora una volta la mia convinta condivisione delle battaglie che l’AIW sostiene in difesa dell’ambiente e del paesaggio italiano; difesa in cui ho sempre creduto e per la quale mi batto da anni e che include la vostra idea di trovare accordi con i Comuni affinché siano essi stessi i custodi delle bellezze dei propri territori senza ledere i diritti delle collettività locali e di tutti i fruitori delle risorse maturali rinnovabili; un metodo che ritengo altamente democratico e rispettoso dei diritti dei cittadini e dei proprietari dei suoli. La difesa del paesaggio è per me strettamente legata con le finalità della Wilderness e del pensiero dei suoi padri fondatori, quali il filosofo Thoreau ed il conservazionista Aldo Leopold, di cui ho più volte letto sulla tua rivista.
Avendo appreso dei problemi che la mia nomina ha creato all’AIW, alla quale so che aderiscono anche molti cacciatori, ritengo di comunicarti che la mia posizione si può così riassumere: non caccio, non la pratico né mi attrae. Rispetto i cacciatori quando sono nella tradizione e nella ritualità antica, li guardo con estraneità critica quando si travestono da esploratori e sparano a tutto quello che si muove. Considero la caccia selettiva e conservativa una antica cultura e quindi ne riconosco la validità e l’ineluttabilità. Sogno di potere un giorno vedere completati i ruoli dei cacciatori con la vigilanza sul territorio, in particolare nei compiti di prevenzione e iniziative per impedire gli incendi dolosi e combatterli se già appiccati.
A parte questo aspetto, spero sinceramente che la mia presidenza onoraria possa servire a rafforzare la vostra posizione, anche e proprio al fine di contrastare i tanti scempi paesaggistici ed ambientali che continuano a perpetrarsi in Italia nonostante i tanti, forse troppi, vincoli che teoricamente avrebbero dovuto impedirli.
Carlo Ripa di Meana

UNA VITA PER LA CULTURA E PER LA BELLEZZA

“La bellezza non è di destra né di sinistra, ma è di tutti. Mi batto per difenderla e per promuoverla” Carlo Ripa di Meana – 2004

di FRANCO ZUNINO

Ho conosciuto poco, e tardi, Carlo Ripa di Meana; lui troppo in alto, io semisconosciuto ambientalista; ma ho subito apprezzato in lui la forte presa di posizione contro le centrali eoliche quando queste “apparvero” a contrastare il rischio del nucleare nel nostro Paese (rischio che personalmente io non aborro, e che da sempre ho visto come unica valida soluzione per produrre tanta energia, sempre ed a costo competitivi; cosa che avrebbe permesso di salvare tante belle montagne, vallate, foreste, fiumi e torrenti selvaggi dall’invadenza di centrali eoliche, fotovoltaiche, a biomasse forestali ed idroelettriche); poi la sua opposizione si estese a tutto ciò che ha fatto e sta ancora facendo scempio del paesaggio italiano, “sporcandosi le mani” come pochi uomini politici hanno saputo fare, sostenendo e guidando la prestigiosa associazione Italia Nostra. Un’affinità di intenti che ci spinse ad appoggiarlo nella sua battaglia per il paesaggio, quando fondò un Comitato nazionale a suo sostegno, ricevendo da lui anche apprezzamento per il nostro modo di tutelare gli scampoli di zone selvagge d’Italia mediante l’idea delle Aree Wilderness di designazione comunale. Lo invitammo a presentare quella del Monte Maggiore (Caserta) e fu un successo per tutti. Forse fu soprattutto allora che Carlo Ripa di Meana “entrò” nello spirito della Wilderness e si guadagnò sul campo la decisione di nominarlo Presidente Onorario. Oggi sono quindi lieto di dedicargli queste pagine, sulla rivista che egli ha definito “tra le più belle del firmamento ambientalista italiano”. Miglior complimento non poteva farci, lui, uomo della bellezza.