Addenda – Area Wilderness
Fosso del Capanno (MONTE ZUCCHERODANTE)

L’Area Wilderness Fosso del Capanno. A tratto rosso pieno il settore di competenza del demanio comunale di Bagno di Romagna. A tratto rosso spezzato i settori privati con solo vincolo urbanistico. In verde l’Area Wilderness complessiva.

ORGANISMO:

Comune di Bagni di Romagna;

LOCALIZZAZIONE:

Comune di BAGNO DI ROMAGNA (FO);

ANNO:1992
ESTENSIONE:

160 ettari + 227 ettari di suoli privati 

ZONE TUTELA:

1 Zona di Tutela Ambientale interna di 160 ettari

REFERENTE: 
LINK:

www.comune.bagnodiromagna.fc.it

 

La cerimonia di presentazione dell’Area Wilderness. Da sinistra, Franco Zunino, l’allora Sindaco Lorenzo Spignoli, l’allora Presidente dell’AIW Guido Crudele, l’allora Assesore all’Ambiente Floriano Gulmanelli.

L’Area è ubicata nell’estrema parte meridionale dell’Appennino Tosco-Romagnolo, nel bacino del Fiume Savio, sul versante orientale della catena, nel cuore del Vallone dei Mandrioli, che, suddiviso in diversi rami laterali, è uno dei valloni più selvaggi rimasti in Romagna. Caratteristiche sono le alte rupi di marne grigie che affiancano il sinuoso corso dei ruscelli e che, profondamente incassati, dando forma a creste e pianori spettacolari. Predominano boschi cedui invecchiati di Carpino nero, Orniello e Cerro. La fauna è rappresentata da diverse specie maggiori, quali il Cervo, il Capriolo, il Cinghiale, il Lupo, l’Astore, lo Sparviere, il Gufo reale ed altri mammiferi ed uccelli di foresta. E’ inoltre territorio di caccia per l’Aquila reale e lungo i ruscelli ed il torrente Mandrioli vivono Gamberi, Trote ed altri animali d’acqua dolce. Ricca è anche la componente floristica, tipica delle foreste di questa parte dell’Appennino.

NOTE:

Dopo la designazione dei primi nuclei dell’Area Wilderness da parte della Fondazione Domenico Ghezzo, sempre per interessamento del naturalista Daniele Zavalloni, allora dipendente dell’Azienda Regionale delle Foreste, anche questo organismo pubblico, allora diretto dal Dott. Vittorio Nanni, decise l’accorpamento all’Area Wilderness di un blocco di terreni confinanti con i due appezzamenti della Fondazione. Anche in questo caso si trattò di un primato. Era infatti la prima volta che in Italia un’Area Wilderness era designata su suoli pubblici appartenenti ad Aziende Forestali; in pratica una scelta come quella che negli USA diede corpo alla prima Area Wilderness del mondo (Gila Wilderness Area).