LA GENESI DI UN’IDEA NELL’EDUCAZIONE INFANTILE

La genesi di entrambi i disegni che si possono vedere qui a fianco risale a pochi anni fa. Ricordo che dopo aver visionato un video caricato su you tube ne avevo poi condiviso con mio figlio la visione: un grifone volteggiava vicinissimo ad una pala eolica, venendo ferito dall’impatto con la pala stessa (la ripresa era stata effettuata in Grecia, se non ricordo male sull’isola di Creta). Spiegai a mio figlio come paradossalmente ciò che viene considerato un vantaggio per l’ambiente (energia eolica) in realtà può essere estremamente deleterio per gli animali che quell’ambiente lo vivono. Ebbene quella visione scosse talmente mio figlio da spingerlo, nella sua infantile ma immediata e spontanea “visione del mondo”, a rappresentarlo sotto forma di tavole di fumetto. Ne è scaturito poi un interesse per l’ambiente con continue domande sulla natura sulle montagne (l’età dei perché). Da padre ho cercato di far capire che le montagne corrono continui pericoli: con parole semplici spiegai che anche una strada può sconvolgere la pace e l’equilibrio di un territorio. L’indomani mio figlio mi mostrò un altro disegno, sempre sotto forma di fumetto che ben spiegava quanto assimilato il giorno precedente. La montagna veniva immaginata come un essere vivente (neanche si trattasse di un essere mitologico e come tale in grado di esprimere propri sentimenti), persino la paura che provava la montagna venne raffigurata nel disegno.
MORALE: ho scritto queste poche righe perché questi due episodi sono stati d’insegnamento ad entrambi: mio figlio ha scoperto l’importanza della tutela di un territorio selvaggio ed ha imparato a conoscere meglio ed apprezzare la natura (chissà, forse un giorno diventerà anche lui un conservazionista?), io invece ho capito che non bisogna mai smettere di divulgare l’importanza di tutelare il nostro territorio selvaggio. Facciamo conoscere ad una platea sempre più ampia i concetti di conservazione, con parole semplici o erudite a seconda dei nostri interlocutori; perché se vogliamo salvaguardare quel poco di natura selvaggia che ci resta dobbiamo far conoscere sempre più la loro struggente bellezza.

AUTORE: Giancarlo D’Aniello