AIW – ULTIME SULL’ORSO MARSICANO

  1. Come è ormai noto, ad Andalo, in Trentino, c’è stata una nuova aggressione all’uomo da parte di uno degli orsi “sloveni” liberati a scopo di rinsanguamento della, un tempo, residua popolazione trentina e ormai fusasi geneticamente in un’unica nuova popolazione di orso alpino, potendosi ritenere i pochi esemplari trentini che erano sopravvissuti, morti o geneticamente ininfluenti sulla massa genetica importata dalla Slovenia. In questo caso pare si sia trattato di un’aggressione vera e propria, ovvero, non fatta scatenare da incauto comportamento dell’uomo, ma da premeditato comportamento aggressivo dell’animale senza che sia stato stimolato da atteggiamento umano. Ovviamente l’aggressività di questi orsi è ormai storia di tutti i giorni, con l’augurio che non succedano fatti irreparabili che potrebbero scatenare una paura viscerale tra le popolazioni locali e tra i turisti di tutta la cerchia alpina! Che questo sia un insegnamento per la popolazione dell’Orso marsicano, per salvare la quale ormai da diverso tempo gli studiosi e ricercatori stanno meditando sull’eventualità di dare alla popolazione un “aiutino” importando orsi dalla Grecia, Albania e/o Macedonia, con la scusa di una identità genetica che, peraltro, è ancora tutta da dimostrare visto che le due popolazioni sono da millenni divise dal Mare Adriatico!
  2. Intanto in Abruzzo l’ormai sempre più famosa orsa con quattro cuccioli sta continuamente vivendo spostandosi tra i paesi di Villalago, Scanno, Bisegna e San Sebastiano, rendendo sempre più difficile la vita sia ai cittadini dei suddetti paesi sia ai turisti, per i quali tutti molte zone sono state chiuse. Per assurdo, mentre nei Parchi Nazionali del mondo intero spesso si chiudono aree naturali per riservare tranquillità agli animali, il Parco d’Abruzzo passerà alla storia come il primo ed unico Parco del mondo in cui per difendere gli orsi… si chiudono i paesi! Ovviamente, nessuna delle autorità che si chieda come mai queste frequentazioni, avendo l’orsa a disposizione immensi spazi selvaggi di montagne e foreste, dove il cibo, secondo le suddette autorità, sarebbe “abbondante”… Ma forse all’orsa è del cibo “domestico” che va alla ricerca, quel cibo che le autorità del Parco si ostinano a non volergli dare, né a lei né agli altri orsi!
  3. Nel frattempo con la storia del genoma alcuni si fanno “seghe scientifiche” nel cercare sempre qualche nuova idea per salvare l’orso marsicano, il quale sta semplicemente sparendo per mancanza di cibo! Finiranno per dire che gli orsi macedoni e albanesi hanno lo stesso genoma e che quindi se ne potrà introdurre esemplari da quei paesi (sperando che abbiano ragione, sebbene non si capisce come possano essere uguali due popolazioni divise dal mare da millenni, quando è notorio che stesse specie animali se vivono in posti diversi e ambienti diversi assumono caratteri comportamentali e fenotipici diversi, il che è comunque prova di una diversità e l’esempio del Trentino dovrebbe insegnare (ma ve ne sono anche altri sparsi nel mondo)! Invece, al solito, vale più quello che dice il computer o il laboratorio scientifico che non quello che dicono gli occhi; mentre il buon senso ci dice che le due cose dovrebbero convergere e soprapporsi se sono vere, altrimenti significa che qualcosa non quadra nella teoria di un’unicità genetica!
  4. A proposito di genoma. A Campoli Appennino (Frosinone) dove esiste un recinto in cui furono immessi 5 orsi di origini slave corre voce tra la gente del posto, che da diversi mesi (dall’inverno scorso?) due di questi orsi non si facciano più notare, e si pensa che siano morti. E si mormora anche che nessuna autorità (Comune e/o Parco d’Abruzzo) abbiano mai condotto un’indagine in merito! Sarà vero? Si attende una smentita o una spiegazione per la prolungata assenza dei due esemplari.
  5. E’ vergognoso come in tanti si interessino della femmina di orso marsicano accompagnata da quattro cuccioli, ma solo per andarla ad osservare, fotografare e filmare, magari per farne dei personali video da far girare nel web, che sono una negativa pubblicità portano all’animale, e nei cui commenti mai si fa riferimento alle ragioni dell’anomalo comportamento “domestico” dell’orsa, o al perché frequenti i paesi delle valli del Sagittario e del Giovenco anziché starsene relegata come dovrebbe stare nelle sue montagne e foreste, che invece utilizza solo come percorso di attraversamento per passare da un paese all’altro. Questo è mero becero animalismo, che fa danno all’orso almeno quanto ne può fare un bracconiere, perché viene favorita la sua coabitazione con l’uomo in zone a rischio di ogni genere. Quell’orsa – che ci rifiutiamo di chiamare col nome datogli dall’uomo in quanto è già questo una forma di addomesticamento -, sta rischiando la vita, e la stanno rischiando anche i suoi cuccioli; ed anche per la difficoltà di trovare quel cibo di cui hanno bisogno per affrontare il periodo di letargo a cui si stanno avvicinando. Meglio farebbero, almeno le autorità, a rifornirli di carne macellando animali e trasportandoli con elicotteri in luoghi casuali di zone selvagge lontane dai paesi, strade e sentieri (o autorizzare l’abbattimento di selvaggina a questo scopo!); per non dire di cumoli di mais e mele come già un tempo si fece per mantenere gli orsi nei limiti del Parco durante i periodi di censimento (e dimostrare così che non esisteva un fenomeno “emigratorio dispersivo”!). Ma questo non solo non si fa, ma neppure se parla, e neppure ne parlano i tanti che si fanno passare per esperti e che pensano solo ad istruire la gente sul come “non disturbarli” e a non impedirgli gli accessi ad orti e frutteti e, magari, pollai, ed a convivere con l’orso a passeggio per strade e piazze dei paesi! Col risultato che se mai quei cuccioli diverranno adulti (cosa molto, ma molto improbabile, almeno per i due più deboli, i quali già denotano una evidente difficoltà a seguire la famiglia!) in Abruzzo avremo altri orsi “problematici”; che poi, in fondo, oggi sarebbe il caso di cominciare a definirli quali sono: orsi addomesticati, più da zoosafari che non da Parco Nazionale!

Murialdo, 30 Agosto 2020

 

Franco Zunino
Segretario Generale AIW