Addenda – Area Wilderness
Alta Val Maremola (MONTI DI GIUSTENICE)

Il Settore Monti di Giustenice dell’Area Wilderness Alta Val Maremola, delimitato in rosso. Delimitate in verde le Zone di Tutela Ambientale interne. Delimitato in giallo il Settore Balzi Rossi. Delimitata in azzurro l’Area Wilderness Bric Gettina o “Purin”.

ORGANISMO:Comune di Giustenice
LOCALIZZAZIONE:Comune di GIUSTENICE
ANNO:2022
ESTENSIONE:850 ettari 
ZONE TUTELA:

5 Zone di Tutela Ambientale interne: 477,2 ettari

REFERENTE: 
LINK:

https://www.comune.giustenice.sv.it/it-it/home

http://www.comune.magliolo.sv.it/

Lo scenario dei selvaggi valloni dei Monti di Giustenice visti dalla cresta del Bric Agnellino

Descrizione.

Comprende una delle parti più selvagge del Monte Carmo, montagna dello spartiacque Tirreno-Padano. In pratica si tratta dell’unica ultima vera montagna della catena alpina prima che si trasformi in Appennino. Nell’Area Wilderness vi viene compresa la sua parte settentrionale con la lunga cresta montuosa che dal Bric Agnellino (1327 m slm) a nord, prosegue prima verso sud e poi ad est fino ed anche oltre il Bric Aguzzo che con i suoi 1079 mslm è paesaggisticamente la cima più emergente a formare una specie di dente rupestre; un blocco di scoscesi valloni (non meno di una ventina tra grandi e piccoli, noti e meno noti) e dirupi ancora assolutamente integri e praticamente privi di alcun tipo di vie per la penetrazione motorizzata, che discendendo verso nord nella zona del Bric Tampa,  ripidi fino al Torrente Maremola dei quali sono tributari, i maggiori a loro volta suddivisi in altri valloni secondari che vanno a formare la valle e il bacino sorgentifero meridionale del Torrente. In effetti l’area comprende praticamente tutta la parte sud-occidentale dell’alta valle del Torrente Maremola. Dallo stretto punto di vista naturalistico quest’area rappresenta una realtà biogeografica unica, dove una grande varietà di specie di flora e di fauna tipicamente alpine giungono qui all’estremità orientale della loro distribuzione e dove esse si vengono ad incontrare con quelle tipicamente appenniniche (il limite geografico tra le due catene montuose è infatti stato stabilito solo poco più di una decina di chilometri più a nord, nel famoso Colle di Cadibona o Colle di Altare). Una presenza anche influenzata dalla stretta vicinanza della costa marina, quindi anche con presenza di specie climaticamente affini. Il loro elenco è lunghissimo, e in moltissimi casi di tratta di vere e proprie rarità, spesso anche endemismi reperibili solo qui o in pochi altri luoghi, cosa che rende queste montagne una vera e propria nicchia biogeografica. Tra le specie floristiche almeno degne di una citazione per la loro rarità, vi si riscontrano numerose rarità tipicamente alpine, come la Primula odorosa (Primula veris) e la Primula impolverata (Primula marginata), nonché la rara Ginestra pelosa (Genista pilosa), ed il Mirtillo (Vaccinium myrtillus); inoltre, identificate con certezza i “relitti glaciali” Reseda pigmea (Sesamoides pygmaea), forse tra le poche segnalazioni della Liguria occidentale, l’Aglio delle brughiere (Allium ericetorum), la Pinguicola (Pinguicola vulgaris), il Garofano pavonio (Dianthus pavonius) e il Garofano forcato (Dianthus forcatus), tutte specie del solo Piemonte e Liguria occidentale, nonché il Raponzolo con foglie di betonica (Phyteuma betonicifolium), endemismo della Liguria che giunge solo fino al savonese, nonché il Vincetossico giallognolo (Vincetoxicum hirundinaria supsp. luteolum), sottospecie presente solo in Liguria e Campania. Recente è la segnalazione del Rododendro (Rhododendron ferrugineum), specie tipicamente alpina qui all’estremo sud-orientale (ligure) della sua distribuzione. E’ probabile che vi sopravviva, almeno nelle parti più meridionali ed esposte alla riviera, la Lucertola ocellata (Timon lepidus), una delle maggiori rarità zoologiche italiane, qui nel suo areale di maggiore diffusione. Non mancano falconiformi rupicoli e, grazie alla presenza di grotte e cavità carsiche che anche caratterizzano tutto il Monte Carmo, alcune anche di recente scoperta e di particolare interesse, e certamente non scevri di specie faunistiche rare, come ad esempio, molto probabilmente, il Geotritone di Strinati (Speleomantes strinati) e almeno alcune specie di chirotteri, come il Rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrumequinum) ed il Rinolofo minore (Rhinolophus hipposideros). Dal punto di vista faunistico rilevante è la presenza, almeno occasionale, di individui del piccolo nucleo stabile sui Balzi Rossi, di Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra), anch’esso qui all’estremo sud-orientale (ligure) della sua distribuzione.  Certamente frequentatrice, quale territorio di caccia, è anche l’Aquila reale (Aquila crysaetos).

Note.

80 ettari ettari ricadono nella Zona di Rifugio dei Balzi Rossi, designata dall’ATC SV2 dopo la segnalazione di una presenza stabile di un piccolo nucleo di Camoscio alpino.

 

Il merito di quest’Area Wilderness si deve indubbiamente alle due comunità locali, ma in particolare all’Assessore Luca Orso di Giustenice, il quale, portato a conoscenza della proposta avanzata da Franco Zunino dopo che questi aveva individuato la presenza di una zona montana particolarmente selvaggia ed integra, l’ha subito fatta propria grazie al suo amore per la montagna ed alla condivisione di una necessità di salvaguardia della montagna dalla costruzione di nuove strade e per disciplinare la frequentazione delle mountain bike, divenute un vero flagello per tanti luoghi della riviera occidentale ligure. Alla decisione definitiva ha però poi anche contribuito Elisa Perrone, neo eletta Consigliera nazionale della Wilderness ed abitante nel vicino paese di Pietra Ligure, rivelatasi “garante” verso gli assessori cacciatori in quanto anche lei cacciatrice; cosa che ha poi permesso la non opposizione anche da parte dell’ATC SV2 e dei cacciatori dallo stesso rappresentati.

 

SETTORE DELL’AREA WILDERNSS ALTA VAL MAREMOLA. IN QUANTO DESIGNATA SU PIÙ SETTORI, UN ALTRO SETTORE PUÒ VISIONARSI NELLA PAGINA DELLE ADDENDA ALLA VOCE ADDENDA BALZI ROSSI.