Avv. Alberto Filippin

Sono trascorsi 100 anni da che “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio…”. E ne sono trascorsi, coincidenza, 24 da quando nella parte alta del suo bacino imbrifero l’allora Azienda Regionale delle Foreste del Veneto (oggi “Veneto Agricoltura”) e poi il Comune di Perarolo di Cadore (Belluno) designarono quella che è considerata la prima Area Wilderness alpina (in realtà, geograficamente parlando, solo la seconda): la Valmontina.

L’altro ieri, 31 luglio, il Comune di Crocetta del Montello, in Provincia di Treviso, ha designato quello che è il primo settore della seconda Area Wilderness della Regione Veneto: Settore di 940 ettari, denominata Area Wilderness Piave della Battaglia. Un grande successo per l’Associazione Italiana per la Wilderness che da oltre trent’anni si batte affinché alcune zone selvagge d’Italia restino tali e quali furono e sono giunte a noi; un impegno di salvaguardia che, soprattutto in questo caso, sono il migliore e doveroso atto commemorativo in ricordo delle migliaia di soldati italiani che cento anni fa combatterono quella battaglia per la riconquista del suolo patrio che ci era stato sottratto, molti sacrificando la loro vita, altri ritornando alle proprie case con menomazioni, ed altri ancora con storie di sacrifici inenarrabili, lieti solo di essere tornati. Sulle sponde del fiume ed anche nel suo greto, già esistono da anni, cippi e memoriali che ricordano quegli eventi e tutti quei morti, ma mai si era pensato che forse la cosa più giusta da farsi per ricordarli e per ricordare tutto quel tragico ed eroico evento in cui furono coinvolti, fosse il dare una perenne tutela al luogo in cui la battaglia si svolse. Questa proposta, alcuni anni fa è stata avanzata dalla scrivente Associazione, affinché si potesse giungere ad una grande Area Wilderness che preservi quel tratto di fiume di oltre 20 chilometri di lunghezza e vasto migliaia di ettari, considerato, appunto il ”Piave della Battaglia”. Oggi, apripista di quest’iniziativa, che cade proprio nel suo centenario, la prima pietra di un’Idea piuttosto che di un monumento, l’ha posta il Comune che di quel selvaggio greto fluviale ne possiede la maggior parte: Crocetta del Montello, guidato da un Sindaco che ha evidentemente saputo capire il valore di questa iniziativa, la Dott.ssa Marianella Tormen. La proposta, a suo tempo poi caldeggiata dalla Sezione AIW Provincia di Treviso (poi Treviso-Segugi & Segugisti, ed oggi Alto Trevigiano) guidata dall’Avv. Alberto Filippin, e dal Dott. Giustino Mezzalira, dirigente della Sezione Ricerche e Gestioni Agroforestali di “Veneto Agricoltura” e già artefice della citata prima Area Wilderness veneta, ma, soprattutto, convintamente sostenuta e poi presentata in Consiglio comunale, dal Delegato regionale dell’AIW per il Veneto, Gianni Garbujo, che con una coinvolgente relazione al Consiglio comunale ha saputo dare credibilità all’Idea e convincere tutti i Consiglieri affinché la proposta passasse con i voti unanimi di maggioranza e minoranza, come poi è avvenuto – e come sempre l’AIW richiede ai Comuni quando avanza queste proposte (in quanto svincolate dalla politica e basate solo sul riconoscimento di valori culturali e ambientali che tutti i cittadini devono sentire il dovere di salvaguardare, a prescindere dai loro interessi economici e/o politico-partitici).

Quel tratto di Fiume Piave da oggi, agosto del 2018, sarà quindi veramente reso noto, ma forse è meglio dire rimembrato, ai mas media, anche per una saggia finalità turistica, per quella “battaglia del solstizio” di cento anni or sono (era il giugno 1918), in quanto preservato nel suo antico stato, e senza che vi siano impediti tutti quegli usi ed attività del mondo rurale locale che da sempre vi vengono fatti o praticati.

Del lungo corso del Piave, dalla sua sorgente in Val Visdende al suo sbocco nel Mare Adriatico a Jesolo, questa che da oggi sarà conosciuta come Area Wilderness Piave della Battaglia (69° Area Wilderness d’Italia) ne preserva il tratto più ininterrotto rimasto nel suo lungo corso. Un’area che sarà anche una libera valvola di sfogo per le future alluvioni che dovessero interessare il bacino del Piave. Forse la più saggia delle decisioni che i Governi dovrebbero prendere quando si interessano di tali eventi, anziché programmare costosi imbrigliamenti e contenimenti dell’acqua. In fondo, Wilderness è anche questo!

 

Murialdo, 2 Agosto 2018
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness
Franco Zunino

                                                   

2 agosto 2018

SUL FIUME PIAVE DI 100 ANNI FA

Sono trascorsi 100 anni da che “Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio…”. E ne sono trascorsi, coincidenza, 24 da quando nella parte alta del suo bacino imbrifero l’allora Azienda Regionale delle Foreste del Veneto (oggi “Veneto Agricoltura”) e poi il Comune di Perarolo di Cadore (Belluno) designarono quella che è considerata la prima Area Wilderness alpina (in realtà, geograficamente parlando, solo la seconda): la Valmontina. L’altro ieri, 31 luglio, il Comune di Crocetta del Montello, in Provincia di Treviso, ha designato quello che è il primo settore della seconda Area Wilderness della […]