Quando l’animalismo diventa buonismo a tutti i costi, per cui il lupo non fa mai strage di pecore per innati motivi caratteriali, ma al massimo ne preda una perché ha fame. Mentre è noto che se un lupo entra in un gregge, scanna a man bassa senza limiti di necessità! Così l’orso, che non è pericoloso per l’uomo, se l’uomo gli… “sorride”! Che l’uomo possa avere reazioni violente condizionate da motivazioni psicologiche è nella norma (purtroppo la cronaca nera è piena di queste notizie!); ma guai a dire che in fondo per l’orso ed il lupo vale (purtroppo) la stessa regola! No!!! L’orso è un animale mite, per cui se l’uomo lo rispetta non corre alcun rischio! E invece è FALSO! L’orso ed il lupo possono essere pericolosi come il leone o la tigre se si presentano situazioni che li costringano o li stimolino. L’istinto di difendersi o di catturare una preda facile e debole è sempre più forte. Non è quindi vero che l’orso trentino/sloveno abbia rispettato quel bambino perché il bambino ha saputo comportarsi correttamente: la vera ragione è che il bambino era ancora troppo lontano dall’orso per scatenare il suo incontrollabile istinto all’attacco, difesa e/o predazione (sarebbero bastati pochi metri di meno ed oggi saremmo qui a leggere di una tragedia anziché di un incontro felicemente conclusosi). Questo ha salvato quel bambino prima ancora della saggezza del padre che lo ha richiamato consigliandolo giustamente di non dargli la schiena (che però il bambino non ha ascoltato). Meglio ancora sarebbe stato consigliarlo di dargli la faccia e di camminare a ritroso curando di non inciampare, e assolutamente di non mettersi a correre. In realtà la vera difesa dal rischio di aggressione da parte degli orsi non è solo quello di istruire i turisti, ma per le autorità dovrebbe essere di non trasformare in zone turistiche i luoghi della loro vita. Ovvero, di riservare loro “aree wilderness” dove proibire o limitare l’escursionismo. Eppure bisogna mentire, per dare soddisfazione a chi non vuole ammettere che orsi e lupi possono diventare quello che natura ha stabilito: predatori verso qualsiasi essere che sia da loro ritenuto inferiore (nel senso di debole)! Trasformare, mistificando, orsi, lupi, tigri e leoni in tanti “bambi” disneiani. Per quanto riguarda il Trentino, il miglior modo per difendersi dagli orsi è sperare di non incontrarne di frequente, e quindi di stabilire un limite massino di capi oltre il quale se ne deve ridurre il numero. Una cosa è certa: gli orsi del Trentino (quelli originari!) non hanno mai o quasi mai aggredito la gente del Trentino. Mentre lo stanno facendo sempre più frequentemente gli orsi sloveni. E meno male che, PER LA PRIMA VOLTA(!), un loro noto esperto lo ha infine riconosciuto: “L’orso bruno delle Alpi, in genere originario della Slovenia, ha un carattere più spigoloso della sottospecie marsicana” (si noti come si sia evitato il paragone con gli ex orsi del Trentino!). Da anni era sempre stato il solito sottoscritto ad avere avuto il coraggio di scriverlo nero su bianco! Questo pubblico riconoscimento è già un successo! Non si vuole certo fare razzismo, ma i fatti sono fatti, che piacciano o meno agli studiosi di orsi! Altro che: “quel video è un bellissimo spot a favore della convivenza. Dimostra che uomini e orsi possono incontrarsi senza incidenti. Bisogna sapere come comportarsi”, come ha detto un altro noto zoologo! E’ caso mai la prova che dove vivono gli orsi i turisti devono sapere che rischiano aggressioni: questo si dice nei cartelli dei Parchi americani dove vivono orsi pericolosi (grizzly o bruni). Non che il rischio non esista se ci si limita a certi comportamenti! I “certi comportamenti” vanno bene, come ULTIMA chance se ci si imbatte in un orso. Chi ne ha la possibilità, si legga il libro “Bear attacks” (Stephen Herrero, Winchester Press USA 1985, mai tradotto in Italia), e poi decida se desidera ancora andare a campeggiare nei Parchi americani o in luoghi con presenza di orsi – esempio, in Trentino! Questo per dire che l’orso lo si difende tenendolo lontano dall’uomo, non trasformandolo in un richiamo turistico a tutti i costi (pur di fare soldi!), come invece avviene nel Parco Nazionale d’Abruzzo con la scusa che è un animale più mite. E’ così che si sono creati gli orsi “domestici” (che è un modo forse più corretto ormai per definire i “problematici”!): la specie è salva, ma salva di vivere nei nostri paesi, piazze, vie e giardini di casa! Il colmo è stato raggiunto nei giorni scorsi con l’orsa ccon quattro cuccioli filmata nei pressi di un paese d’Abruzzo (non lontanissima, ma sempre fuori dal Parco Nazionale!). In altri tempi una tale orsa non avrebbe MAI portato i suoi cuccioli alle prime uscite dalla tana d’inverno, a razzolare attorno alle case dell’uomo (una negativa educazione alimentare per loro)! Anzi, se ne sarebbe stata ben lontana, e dalle case dall’uomo stesso, specie se turista. Avrebbe caso mai cercato resti di mele selvatiche (che oggi cinghiali e cervi fanno sparire del tutto prima che arrivi la primavera!), o campi di grano o di lupinella o stazzi di pecore. Nonostante tutto quanto sopra, in fondo è anche questa di avere orsi domestici, è una soluzione: agli animalisti, ai politici ed ai loro affini giornalisti certamente la cosa piace; agli amanti della Natura selvaggia VERA forse un poco meno.  E ancora meno agli orsi se potessero… farne a meno.! Yellowstone insegna: quando iniziarono a verificarsi casi del genere, anche per evitare incontri ravvicinati con i turisti, furono chiusi tutti gli immondezzai del Parco (che è come dire, con un giusto paragone,  fare in modo che in Abruzzo gli orsi non si avvicinino ai paesi!). Purtroppo, nessuno impara, e men che meno le autorità del Parco Nazionale. E allora: inTrentino orsi sloveni pericolo pubblico per i turisti; in Abruzzo orsi domestici e accattoni a spasso per i paesi!

 

Murialdo, 30 Maggio 2020

Franco Zunino
Segretario Generale AIW

30 maggio 2020

L’ORSO E IL RAGAZZO: UN ESEMPIO DAL TRENTINO

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ENNESIMA FAKE NEWS SUL LUPO NELLE ALPI.

In merito all’articolo sui lupi apparso su La Stampa, cronaca di Savona, del 7 dicembre (ma forse anche in altre testate), con ampie citazioni dell’ “esperto del CAI”, Ivan Borroni, in chiara difesa del lupo tanto dal diffondere fake news (perché tali sono molte delle sue dichiarazioni, compresa l’affermazione che fake news le diffondo altri!), ritengo di comunicare le mie seguenti riflessioni, non da “esperto” del Lupo, ma da conoscente dell’animale sì, specie per la sua situazione appenninica e storica degli ultimi cinquant’anni.. 1. I censimenti valgono per quello che valgono (e a seconda di chi li coordina!), e spesso […]
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ANCORA SUL LUPO NELLE ALPI

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