E un indovinello per gli ambientalisti italiani!

Italia e USA: due diverse specie di Orso bruno, due diversi approcci alla loro conservazione, due mondi diversi, due popoli diversi, due diverse soluzioni delle loro problematiche di gestione. Ecco cosa si legge su un notiziario (Vol. 31 n. 2 – Summer 2020) del movimento Wilderness Watch: “All’interno e nelle zone esterne delle Aree Wilderness Gros Ventre e Bridger del Wyoming, nella parte meridionale del Great Yellowstone Ecosystem, il Servizio Forestale ed il Servizio Faunistico (entrambi federali n.d.t.) hanno autorizzato la legittima uccisione di 72 orsi Grizzly su un settore di 69.056 ettari allo scopo di proteggere dalle predazioni il bestiame domestico degli allevatori privati.” Ovviamente questa dichiarazione vuole essere una critica alle autorità che hanno deciso gli abbattimenti. Ma a noi, in Italia, non è questo che deve interessare; piuttosto interessa il fatto che una tale decisione ci porti (o ci dovrebbe portare!) a fare delle inevitabili riflessioni.
    Si deve innanzi tutto sapere che quanto sopra riportato (e comunque denunciato dalle associazioni ambientaliste americane, in quanto il Grizzly è da molto tempo protetto – salvo per iniziative simili già autorizzate in passato su numeri minori – nel Great Yellowstone Ecosystem, un’area che comprende il Parco Nazionale di Yellowstone e tutta una serie di altre aree protette e, soprattutto, numerose marginali Aree Wilderness che rappresentano la sua area contigua, ovvero quella che da noi si vorrebbe trasformare in Parco!) è prova di una popolazione di Grizzly oggi certamente prospera. Così come si deve sapere che il Grizzly nei 48 Stati meridionali dell’Unione è inserito tra le specie minacciate secondo la legge federale che tutela quelle a rischio riduzione e/o estinzione. Ciò premesso, si deve sapere: 1. che negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso sia il Grizzly dello Yellowstone quanto l’Orso marsicano erano a numeri ridotti e ad alto rischio estinzione (circa 200 Grizzly e circa 100 Marsicani); 2. che per entrambe le popolazioni iniziarono gli studi di biologia per stabilire i provvedimenti da prendersi per salvaguardarne le popolazioni.
    Orbene, sia negli USA sia in Italia gli studi furono completati in quegli anni ’70; ed i provvedimenti da prendersi per “metterli in sicurezza” proposti alle autorità. Negli USA i provvedimenti furono poi effettivamente subito attuati. In Italia NO, e NO per decine di anni (se ne è fatto solo un gran parlare e si sono fatti proseguire gli studi all’infinito; per non parlare poi dei convegni, conferenze, convenzioni, pubblicazioni, ecc. con uno sperpero di danari che, cfr. La Repubblica, si dice abbia ormai superato i 15 milioni di euro)! Negli USA la popolazione dei Grizzly si è ripresa ed ha cominciato ad aumentare. In Italia quella del marsicano NO, ed è anzi regredita ulteriormente, facendo registrare una continua riduzione di presenze e una continua dispersione di individui. Negli USA, nella core area dello Yellowstone i Grizzly hanno poi raggiunto un numero tale da costringerli ad espandersi verso l’esterno ripopolando tutte le aree circostanti (acuendo, conseguentemente, il problema con gli allevatori). In Italia anche gli orsi si sono “espansi”, ma senza che MAI siano aumentati di numero nella core area del Parco d’Abruzzo; ovvero, si sono DISPERSI nelle aree circostanti, anche loro acuendo i problemi se non tanto alla pastorizia ai più miseri allevatori di polli e conigli: segno di una disperazione animale che non c’era mai stata prima!
    Negli USA oggi, dopo circa 50 anni, possono permettersi di ucciderne a decine per ridurre la popolazione e contenere i danni che i Grizzly arrecano agli allevatori. In Italia, sempre dopo circa 50 anni, l’Orso marsicano è ulteriormente calato di numero ed è sempre più ad ALTO rischio di estinzione; rischio aumentato anche e proprio col fatto che sta anche sempre più abbandonando l’area protetta, ed è divenuto un frequentatore dei centri urbani e loro periferie: barboni animali con maggiori difficoltà riproduttive e maggiori rischi di incidenti mortali e di atti di “libera giustizia”! Attorno allo Yellowstone hanno creato una vasta rete di Aree Wilderness che tutelano severamente l’ambiente e controllano il movimento turistico, pur continuando a consentirvi la caccia. Attorno al Parco d’Abruzzo si vuole solo estendere una fascia (area contigua) che tutelerebbe molto meno l’ambiente ed il territorio, ma imporrebbe severi, inutili ed ingiusti, divieti di caccia!

    Veniamo quindi all’indovinello per i lettori: due mondi, due popoli, due diverse mentalità! Due specie di Orso bruno. Due situazioni quasi identiche per problematiche e gestione. Due esiti diversi, uno positivo, l’altro negativo.
 
    Quali delle autorità delle due Nazioni, e dei due popoli, hanno sbagliato qualcosa  o non hanno fatto qualcosa; o hanno fatto cose inutili?
 
Murialdo, 14 Giugno 2020                                                
Franco Zunino
Segretario Generale AIW
16 giugno 2020

GRIZZLY E ORSI MARSICANI: UNA DIVERSITA’ GENETICA e …SOCIALE.

E un indovinello per gli ambientalisti italiani! Italia e USA: due diverse specie di Orso bruno, due diversi approcci alla loro conservazione, due mondi diversi, due popoli diversi, due diverse soluzioni delle loro problematiche di gestione. Ecco cosa si legge su un notiziario (Vol. 31 n. 2 – Summer 2020) del movimento Wilderness Watch: “All’interno e nelle zone esterne delle Aree Wilderness Gros Ventre e Bridger del Wyoming, nella parte meridionale del Great Yellowstone Ecosystem, il Servizio Forestale ed il Servizio Faunistico (entrambi federali n.d.t.) hanno autorizzato la legittima uccisione di 72 orsi Grizzly su un settore di 69.056 ettari […]